Un taglio del 30% delle emissioni di CO2 significherebbero 600 miliardi in piu' di Pil per l'Europa.

Lo dice Greenpeace che, per sostenere questa tesi, con oltre 170 attivisti ha bloccato oggi l'inizio dei lavori dei rappresentanti delle aziende europee all'European business summit a Bruxelles, attaccandosi alle porte dell'edificio.
Greenpeace ha negato l'ingresso alle aziende che si oppongono alla riduzione delle emissioni di CO2 del 30% al 2020, mentre ha dato il benvenuto alle aziende leader nella lotta ai cambiamenti climatici come Google, Danone e Philips. E' stato un modo - spiega l'associazione targata arcobaleno - per sollecitare ''la comunita' imprenditoriale europea, in particolar modo i 'ritardatari' del clima come Microsoft, Bp e Volkswagen'' a seguire le piu' virtuose che stanno chiedendo ''un target di riduzione del 30% delle emissioni di gas serra per far ripartire l'economia'' con politiche per stimolare ''investimenti in tecnologie verdi, nuove infrastrutture e occupazione''.

Secondo Greenpeace, infatti, ''un target del 30% di riduzione delle emissioni potrebbe incrementare il Pil dell'Unione europea di piu' di 600 miliardi''

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